La Rosa dei Banchi si eleva sulla cresta spartiacque tra la Valle di Champorcher e la Val Soana (Piemonte). È l’unica montagna della zona a conservare ancora una piccola massa glaciale, il ghiacciaio dei Banchi, che si annida sulle pendici del versante settentrionale, anche se è ormai un ghiacciaio morente/rock glacier. Infatti, con il passare degli anni però la sua massa è in vistosa diminuzione e purtroppo destinata a scomparire. Questo giro escursionistico permette di visitare un luogo molto selvaggio della Valle di Champorcher, lontano dai luoghi turistici più comuni. Il Vallone dei Banchi rimane un luogo altamente incontaminato, dove la flora e la fauna di alta montagna rimangono integre. La vetta della Rosa dei Banchi, con i suoi 3164 m s.l.m., offre un panorama unico sulle vette della Valle d’Aosta, sulla catena del Gran Paradiso, del Monte Bianco, del Grand Combin, del Cervino, del Monte Rosa e su tutta la Bassa Valle d’Aosta; e sul Piemonte, in particolare sulla Val Soana, la pianura Padana e la catena del Monviso. Questo giro escursionistico vi stupirà per la bellezza naturale e paesaggistica di questo luogo magico e selvaggio.
Tratto di salita: Piazzale Dondena – Vallone dei Banchi – Rosa dei Banchi (sentiero n° 6B/6C, sentiero Vallone dei Banchi, 7 e cresta O della Rosa dei Banchi)
Una volta lasciata l’auto, salire al Rifugio Dondena (2185 m s.l.m.) tramite la strada poderale, vecchia strada reale, che passa vicino a diverse ex-case di caccia. Una volta arrivati al rifugio, abbandonare la strada poderale che sale verso la destra del rifugio, e intraprendere la strada poderale di sinistra (che sale verso Cimetta Rossa). Continuare sulla strada poderale per qualche centinaio di metri sino ad arrivare al bivio a destra per il sentiero n° 7/6B/6C (a circa 2230 m s.l.m.). Girate a destra e percorrete il sentiero n°7 per un centinaio di metri. Quindi arrivati ad un bivio a circa 2250 m s.l.m. intraprendere il sentiero n° 6B/6C di sinistra verso il Pian di Roche. Quindi seguire il sentiero n° 6B/6C entrando nel selvaggio Vallone dei Banchi. Il sentiero, sempre abbastanza evidente, percorre l’intera parte bassa del vallone, rimanendo nella sinistra orografica costeggiando l’intero pianoro in falsopiano solcato da un torrentello. Quindi, il vallone si restringe, diventando detritico. Sono presenti alcuni ometti (non sempre evidenti), e si risale un breve pendio erboso che immette nel pianoro morenico superiore, sempre costeggiando il torrente sulla sponda sinistra orografica. Qui finisce la traccia di sentiero, ma alcuni ometti sono presenti. Si prosegue ancora verso destra, salvo poi piegare a sinistra nei pressi di un grande masso proprio al centro del vallone. Quando lo si vede si può piegare a sinistra e per sfasciumi si inizia a salire la morena dell’ex ghiacciaio, puntando al primo grosso nevaio (non perenne) sostenuto da una balza rocciosa. Si attraversa il glacio-nevaio e, superando alcune rocce, si giunge alla conca del ghiaccio dei Banchi (morente). Attraversata la zona semi-glaciale si reperisce una traccia di sentiero che sale al colle della Rosa dei Banchi (2958 m s.l.m.) per terreno friabile (la traccia di sentiero che avete incontrato è quella che sale dal Lago Miserin; traccia del sentiero n°7 da cui scenderete).
Dal colle si prosegue guadagnando quasi subito la cresta ovest tramite una serie di terrazzini erbosi. La cresta non è particolarmente difficile e presenta tratti con tracce di sentiero/omini, sino ad incontrare un evidente salto roccioso. Lo si affronta da sinistra lungo una cengia che conduce sotto ad una fessura diagonale verso destra che riconduce in cresta 10 metri di II grado). Si riprende quindi il filo, più facile, che non si abbandona sino ad arrivare sulla vetta della Rosa dei Banchi a 3164 m s.l.m.
Tratto di discesa : Rosa dei Banchi – Lago Miserin – Piazzale Dondena (sentiero n° cresta O della Rosa dei Banchi e 7)
Scendere sino al colle della Rosa dei Banchi (2958 m s.l.m.) seguendo lo stesso itinerario di salita. Dal colle reperire la traccia di sentiero che scende sino al Lago del Miserin (traccia di sentiero che avete in parte già percorso in salita). Tuttavia, tale traccia non è sempre evidente, ma scende il pendio detritico e poi scende dolcemente i vari piani morenici sottostanti, cercate i vari omini presenti sul percorso (in generale puntando verso la sponda destra del lago del Miserin. Il sentiero scende sui piani morenici sino a reperire l’evidente sentiero della sponda destra del Lago del Miserin. Percorrete tale sentiero sino a reperire il bivio in cui il sentiero n°7 scende verso il Rifugio Dondena (verso destra). Vi consigliamo di fare una breve deviazione andata-ritorno di circa 5 min per visitare la zona del Rifugio e del Santuario Miserin e per prendervi una meritata pausa. Quindi percorrere il meraviglioso sentiero n°7 attraversando radure e pascoli alpini sino ad arrivare al Rifugio Dondena, da cui potrete tornare al piazzale.
Discesa alternativa:
Molti fanno un anello una volta arrivati alla croce in ferro si vetta. Ci è infatti la possibilità di scendere seguendo tutto quello che è il profilo alpino che divise la valle Soana da quella di Champorcher, percorrendo a filo di cielo e lambendo alcune vette minori come il Bec della Fontana (vedere sulla cartina come è scritto) e la Cima Beccher. Ad un certo punto, dopo un ultima risalita alla cima Beccher, arrivati al colletto, prima di proseguire dove la roccia si farebbe più impervia e pericolosa verso il Bec Laris e poi il Pendente, si scende a sentimento, tenendosi un po' di più sulla parte sinistra del pendio. Vi sono alcune vecchie tracce di sentiero create per lo più da bestie (camosci e stambecchi) e da antiche pratiche venatorie. Arrivati all’alpe Pendent, si prosegue su poderale fino ad incorciale la poderale che porta a Cimetta Rossa, da lì, svoltando a sinistra Nie pressi di un laghetto senza nome, si raggiunge in poco tempo il rifugio Dondena.
Tempo totale di camminata 9 ore circa
Per il giro ad anello non vi sono segnavia.
Seguire la traccia GPS se esistente.
Note tecniche:
Gita lunga ed impegnativa, consigliata ad escursionisti con esperienza di alta montagna, capaci di muoversi tra pietraie con vaghe tracce di sentiero e creste con passaggi esposti e potenzialmente pericolosi. Se in mancanza di tali requisiti si consiglia fortemente di farsi accompagnare da una guida alpina.