L’antica e la moderna tessitura della canapa
La canapa era la pianta tessile più usata in Valle d’Aosta nel passato. Coltivata in genere nel fondovalle della Dora, in terreni ben concimati e irrigati, veniva poi trasportata a Champorcher dove molte persone esercitavano mestieri legati alla sua lavorazione. Dai pettinatori di canapa (“peigneurs de chanvre”), di solito maschi, che la praticavano anche come itineranti nelle vallate contigue o all’estero, ai tessitori, uomini e donne. La tessitura alimentava un discreto commercio di tela (“teila de meison” in patois), con la quale si fabbricavano lenzuola, pagliericci (garde-paille) di tessuto più grossolano (“sarge”), camicie e stoffe fini (“ritte”) per avvolgere i neonati o per la lavorazione del formaggio, ma anche raffinati paramenti liturgici. Dopo un periodo di abbandono, questa lavorazione è stata ripresa e modernizzata, con l’adozione di telai semiautomatici, da una cooperativa di donne, Lou Dzeut, nata nel 1989, con sede a fianco dell’ ecomuseo della canapa, in frazione Chardonney. Il negozio-atelier è a disposizione per dimostrazioni di tessitura. Vi si producono tessuti in canapa, lino, cotone, e preziosi manufatti ricamati e dipinti, come tovaglie, asciugamani, runners, abiti su misura, ecc.
L’ecomuseo della canapa e della vita contadina
All’inizio degli anni 2000 , grazie a contributi dell’Unione europea (sul programma “Interreg IIIB, Spazio Alpino”), il comune di Champorcher acquistò, a Chardonney, un’antica casa («Casa di Thomas» , dal nome di uno dei suoi vecchi proprietari ) per trasformarlo in un meraviglioso ecomuseo si può ora ammirare la stalla, la cucina con il focolare, utilizzata per la preparazione del formaggio e la cantina. Nella stalla è collocato un antico telaio, completamente in legno, compresi gli ingranaggi (un pezzo unico nelle Alpi) con altri utensili per i lavori della campagna e della vita quotidiana.