Consigliata guida alpina e uso attrezzatura alpinistica
Un percorso che passa tra laghi dalle acque verdi e blu e pini uncinati, tra antiche miniere e animali selvatici. Una notte di sonno rigenerante tra i laghi del Barbustel vi preparerà all’ardua salita verso il Mont Avic, il cui ultimo tratto risulterà impervio per necessità di preparazione fisica e assenza di sentiero: il Mont Avic l’uncinata icona della Valle d’Aosta!
Dal Barbustel tutto il percorso è bene segnalato con la numerazione 5 fino alle pendici del Mont Avic. Si risale dal rifugio lambendo i laghi adiacenti (Bianco, Nero e Cornuto), si oltrepassa il verdeggiante alpeggio del “Pisonet”, per poi intraprendere il sentirò pietroso che porta al Gran Lago. Arrivati ad una lunga baita di ristoro per i guardaparco, si svolta sulla destra seguendo il sentiero n. 6 che porta prima ad un colletto e ad una creatina e poi scende verso un bellissimo laghetto incastonato tra le rocce tipiche della zona e poi ancora più giù, fino al meraviglioso lago Gelato. Da lì le indicazioni da prendere sono sulla sinistra e il sentiero risale prima ad una baita sempre adibita a ristoro e chiusa al pubblico. Stando sulla sinistra si raggiunge in poco più di venti minuti il colle Raye Chevrere che da sui valloni di Bella Lana e di Piccola Lana, ma per risalire alla cima occorre lasciare il sentiero. Sembra che esistano degli omini di pietra. La salita è comunque sconsigliata in caso di cattivo tempo (nebbia, neve e/o temporali) e se non si conosce a fondo la zona.
È consigliabile dunque contare una guida esperta che vi accompagni.